Il “viaggio”, questo strano lungo viaggio, spazio fisico e luogo dell’anima, attraverso l’Umbria sempreverde, inizia dalle sponde del lago Trasimeno, quel mare a metà che riposa ai piedi di amene alture dove numerosi, placidi ulivi – come la contorta “scultura” vegetale, forse seicento forse mille anni di vita, di Villastrada nel comune di Castiglione – vegliano da secoli sulla tranquillità di medievali castelli, torri, rocche, mura, monasteri, abbazie, chiese, disseminati intorno.
Alle pendici delle colline della sponda orientale del lago troviamo la piccola chiesa di San Vito affiancata da qualcosa di veramente unico. Un campanile atipico perché completamente staccato dal complesso e con un primato importante: è probabilmente la più antica costruzione medievale della regione. Compare quasi nascosto dagli ulivi circostanti. Dal loro frutto si ricava un tesoro: l’olio extravergine di oliva del Trasimeno, reso più delicato dal clima mitigato e da una speciale cultivar come la dolce agogia. Subito lo sguardo si perde ed il cuore si rallegra di fronte a questo spettacolo unico, che sembra miracolosamente uscito dalle tele del “divin pittore” Pietro Vannucci per tutti il Perugino, il genio rinascimentale che del “suo” lago e dello splendido paesaggio circostante, sempre presente ai suoi occhi, seppe dare un’interpretazione superba e suggestiva.
Il cammino prosegue in barca o in traghetto, lasciando alle spalle il rigoglioso litorale dove spiccano, come fiori rari, Tuoro “teatro” incolpevole della storica battaglia che decretò l’onta dei Romani per opera di Annibale il Cartaginese, Passignano con le sue case quattrocentesche, San Feliciano (nel comune di Magione) con la Festa del Giacchio, particolare rete da pesca oggi in disuso, ma ancora “celebrata”. Perché, oltre alla cura dei secolari ulivi e alla coltivazione della terra, è proprio la pesca a rappresentare il volto più antico ed autentico del Trasimeno.
Lontane, ormai, appaiono anche Sant’Arcangelo e la strepitosa sagoma di Castiglione che si immerge pigramente nelle acque, così come il palcoscenico quasi irreale di Panicale che si affaccia prepotente ed esclusivo sul lago sottostante. E in cima ad un poggio, pur non distante dal lucente specchio d’acqua del Trasimeno, sembra diventare irraggiungibile il piccolo borgo medievale di Piegaro. Mentre impallidiscono – distanti “anni luce” ormai dal sogno che sorge sfumato al centro del lago – Magione, dominata dal maestoso castello dei Cavalieri di Malta, il borgo medievale di Corciano ed ancor più Perugia, il capoluogo, “stretta” tra lago e fiume. Trasimeno e Tevere: da acqua ad acqua.
Sempre più vicine, invece, si fanno le tre isole, splendide “perle” che, al pari di Venere, sembrano nascere come per incanto da questo piccolo mare: la Minore, di proprietà privata, riflette solo di luce propria nel silenzio del bel tempo che fu; la Maggiore, fervente di vita e di attività; la Polvese “ombelico del lago”. Simboli di un passato, un presente ed un futuro, fluttuanti sull’acqua cangiante di uno dei laghi più belli e più puliti d’Italia.