ENOTURISMO – Le Strade del Vino dicono sì a una nuova legge del settore,
ma il percorso sia inclusivo.
Si segua la strada del “Testo Unico sul Vino” per dare al comparto una legislazione
coerente e al passo con i tempi ripartendo dalla L.268/99.
Il dibattito che si è aperto in questi mesi sullo stato dell’arte e sulle prospettive
dell’Enoturismo e più in generale del turismo enogastronomico legato ai prodotti di
eccellenza in Italia, non può prescindere dal coinvolgimento di attori fondamentali e
radicati nel territorio come le Strade del Vino, dell’Olio e dei Sapori.
E’ indubitabile (come dimostrato anche dal XIII rapporto sul “Turismo del Vino” e da
innumerevoli sudi e ricerche di settore) che il comparto del vino sia uno dei motori
più importanti del segmento del turismo enogastronomico, che necessita di una
strategia nazionale forte e di strumenti adeguati alle nuove sfide che attendono tutti
gli attori in campo, dalle aziende agricole, ai Comuni alle Associazioni di
promozione.
Lo sforzo compiuto a livello legislativo con l’approvazione del Testo Unico sul Vino
rappresenta un passo in avanti importante, soprattutto nella parte in cui interviene per
adeguare la disciplina delle attività enoturistiche svolte nelle aziende agricole
vitivinicole (art. 87 T.U. che introduce i commi 3 bis, 3 ter e 3 quater alla L.268/99);
Una legge quadro sull’enoturismo sarebbe auspicabile purché non si ricada nell’errore
di riproporre normative frammentate o funzionali agli interessi di qualche soggetto, a
discapito di altri. In questo senso evidenziamo che nella fase preparatoria delle due
proposte di legge depositate alla Camera (n.4052 d’iniziativa dei Deputati Mongiello,
Sani e altri) e al Senato (n.2616 d’iniziativa del Senatore Stefanò) le Strade del Vino e
dell’Olio non siano state coinvolte, pur svolgendo in molte regioni servizi
fondamentali nel comparto enoturistico.
Le Strade infatti si occupano di accoglienza (e in molti casi gestiscono direttamente
uffici turistici) e di segnalazione nel territorio delle aziende associate e dei tematismi;
propongono pacchetti e organizzano wine/oil tours; gestiscono eventi, partecipano a
fiere di settore; implementano una importante attività di comunicazione e animazione
sui social network non legata a singoli eventi ma in maniera continuativa, dando un
contributo fondamentale alla “governance” dell’enoturismo.
In molte realtà territoriali il mondo delle Strade del Vino, dell’Olio e dei Sapori
rappresenta la realtà più grande a livello enoturistico con centinaia di associati, ma
soprattutto costituisce un “luogo virtuoso”, uno strumento reale di “rete operativa”, in
cui si incontrano e si confrontano con le aziende agricole vitivinicole e olivicole, le
istituzioni sensibili e le aziende del comparto produttivo e turistico, condividendo e
spesso cofinanziando progetti di marketing territoriale e di accoglienza.
Per questo siamo convinti che non abbia senso, ad appena un anno dalla faticosa
approvazione del Testo Unico sul vino, ridare avvio ad una nuova produzione
legislativa incoerente e frammentata, ma che invece una riflessione seria dovrebbe
partire da una rilettura virtuosa e inclusiva della legge apripista delle “turismo del
vino” che è stata la L.268 del 1999, a quasi venti anni dalla sua approvazione, che
risolva in maniera intelligente alcune lacune ancora presenti nel quadro normativo,
che regolamenti in maniera puntuale aspetti fiscali e semplificazioni autorizzative,
che rafforzi la “governance” del settore e che si ponga come obiettivo il superamento
della discontinuità territoriale che spesso si riscontra nelle singole regioni.
Come strade intendiamo apportare il nostro contributo, ribadendo tuttavia alcuni
concetti fondamentali:
1. Pensare che l’universo dell’enoturismo ruoti unicamente intorno alle cantine è una
visione miope e poco lungimirante. Il turismo del vino cresce grazie all’intelligenza di
un mondo variegato che ruota ovviamente intorno alle cantine, ma che non si
esaurisce in esse.
2. Molti investimenti di questi ultimi anni sono stati possibili grazie a politiche
pubbliche che hanno sostenuto l’iniziativa e lo sforzo del privato;
3. Il fattore competitivo del comparto sarà sempre di più rappresentato dal livello
complessivo di offerta del territorio e che non si persegue un obiettivo di crescita
smantellando le esperienze virtuose già presenti in molte aree del paese;
4. Oggi si possono affrontare le sfide del mercato non solo con professionalità e
metodo ma con azioni e target condivisi tra più soggetti. Un percorso che le “Strade”
hanno in questi anni faticosamente maturato, attraverso importanti esperienze
professionali e umane e ad una conoscenza capillare del territorio, che oggi
rappresenta un patrimonio immateriale preziosissimo.
Anche per questo è indispensabile rafforzare e rendere maggiormente operative tutte
le realtà che offrono servizi di qualità per il turista. Il “prodotto turistico” non va
slegato dai servizi per fruirlo. Questa è la vera sfida per il futuro, soprattutto
pensando a quelle migliaia di aziende agricole del settore piccole e piccolissime che
rendono unica e non standardizzabile l’esperienza turistica legata al prodotto
enogastronomico e che mantengono vivo e attrattivo il tessuto sociale e produttivo.
Le posizioni di forte rottura, espresse recentemente sulla stampa dal Presidente
Nazionale del “Movimento Turismo del Vino” Carlo Pietrasanta, non danno
certamente un contributo costruttivo alla crescita complessiva del comparto ma anzi,
intaccano rapporti di collaborazione consolidati e virtuosi presenti in molte regioni,
disconoscendo anche percorsi di crescita comune fatti in questi anni.
E’ evidente che dietro una legittima attività di lobbying (peraltro su un tema
condivisibile su cui si sarebbe potuta ricercare solidarietà e approccio comune) si
nasconda invece un tentativo di delegittimare tante realtà presenti e operative in tutta
Italia. Siamo i primi a riconoscere una situazione a macchia di leopardo nel panorama
nazionale, ma ciò vale per tutti i settori e ovviamente anche per le Strade.
Ci sono territori più dinamici, Comuni più sensibili, associazioni più attive, ma
questo non significa che tutto quello che è stato fatto in questi anni vada
disconosciuto e demolito.
E’ indubitabile che il comparto abbia bisogno di stimoli nuovi, a partire da una
incisiva strategia nazionale del settore nei mercati turistici stranieri e ad una
aggregazione di una offerta turistica che tenga insieme (per distretti, per aree, per
vocazioni) vino, olio, benessere, tempo recuperato, esperienze, genius loci.
Speriamo vivamente che questa riflessione sia di stimolo e di contributo costruttivo,
ribadendo fin da ora la disponibilità a concretizzare luoghi di confronto per il bene di
tutto il settore.
04 agosto 2017
Associazione Regionale Strade del Vino e Olio dell’Umbria
Presidente Paolo Morbidoni
Federazione Strade del Vino, dell’Olio e dei Sapori di Toscana
Presidente Mauro Marconcini
Strada del Vino e dei Sapori del Trentino
Presidente Francesco Antoniolli
Strada del Vino Valpolicella
Presidente Miriam Magnani
Strada del vino Soave
Presidente Paolo Menapace
Strada del Prosecco e Vini dei Colli Conegliano Valdobbiadene
Presidente Isidoro Rebuli
Strada del Vino Bardolino
Presidente Claudia Benazzoli
Strada del Barolo e grandi vini di Langa
Presidente Lorenzo Oliviero
Federazione Strade del Vino Lombardia
Presidente Gianni Boselli
Strada del Vino Lison Pramaggiore
Presidente Cristian Zulianello
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Michela Federici – Giornalista
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