L’utilizzo del sedano selvatico, da cui deriva quello coltivato, è documentato fin dal V secolo a.C., ma si pensa che l’uso domestico risalga al Medioevo. La pianta, ricca di vitamine (PP,C,E) e di sali minerali, ha caratteristiche diuretiche e digestive. La varietà “nera” del sedano viene coltivata alle Canapine (una zona vicina al Clitunno) fin dal XVII secolo, epoca in cui questo territorio venne bonificato ad opera del Cardinale Ludovico Valentini, vescovo di Rimini. L’eliminazione delle aree paludose permise lo sviluppo della coltivazione del sedano nero, che ben presto si diffuse su tutti i mercati italiani. Secondo la tradizione, il sedano nero viene seminato il giorno prima di Pasqua e viene fatto germogliare fino a quando il fusto non raggiunge i trenta centimetri di altezza. In seguito, viene effettuato manualmente un rincalzo progressivo al fine di ottenere larghe coste dell’ortaggio per l’inizio dell’Autunno. Queste, utilizzate per ottimi pinzimoni, vengono degustate fin dal 1965, in occasione della sagra paesana che si svolge ad Ottobre.
Descrizione del prodotto
Steli (coste) eziolati. Profumo intenso
Territorio interessato alla produzione
Comune di Trevi